Piano freddo, al via selezione progetti. Baldassarre: “Nuovo concetto di accoglienza”

Tematica: Sociale

17 ottobre 2017

piano freddo

Garantire sostegno e accoglienza alle persone fragili che vivono in strada a grave rischio per la propria salute, soprattutto nelle fredde notti invernali. Con questa finalità il Campidoglio (Assessorato alla Persona, Scuola e Comunità Solidale) ha attivato le procedure per reperire in convenzione servizi di accoglienza “a bassa soglia”, in centri sia notturni (h24 e h15) che diurni (h4 e h9).

 

Le persone accolte potranno avere pasti, servizio lavanderia, cambio abiti, doccia, pernottamento. Numerose le richieste di accoglienza provenienti dai servizi sociosanitari territoriali, in particolare dagli ospedali che sempre più spesso segnalano le dimissioni di persone fragili, non più in condizioni che richiedono il ricovero ma bisognose di protezione, cura e tutela (non attuabili in regime di ricovero).

 

Tramite due procedure selettive negoziate viene chiesto di formulare proposte che superino il tradizionale concetto di accoglienza: l’intento è assicurare anche l’autonomia e la fuoriuscita dall’emergenza, coinvolgendo i servizi sociali dei territori.

 

Le due procedure (previsto circa un milione di euro di stanziamento) hanno come obiettivo 245 accoglienze al giorno in centri notturni, di cui 80 in centri h24, e 200 accoglienze al giorno in centri diurni (da nove o quattro ore). I nuovi posti andranno a integrarsi con quelli già disponibili nel circuito ordinario, con il coordinamento della Sala Operativa Sociale. Il tutto dall’1 dicembre 2017 al 30 aprile 2018.

 

“Anche il Piano Freddo si inserisce in una più ampia visione di sistema che prevede il coinvolgimento della rete del privato sociale, oltre ad azioni in rete con le équipe di operatori e volontari di strada e con i Municipi”, spiega l’assessore Laura Baldassarre (Persona, Scuola e Comunità Solidale). "L’obiettivo è, infatti, quello di costruire una governance complessiva del sistema di welfare cittadino”.

 

“Non è sufficiente”, prosegue Baldassarre, “limitarsi all’erogazione di prestazioni, occorre delineare percorsi volti a recuperare la capacità di autonomia che consentano di affrancarsi dalla condizione di fragilità. Gli interventi emergenziali non sono sufficienti, un cambio di passo si ottiene soltanto proponendo alle persone una presa in carico più articolata, estesa nel tempo a costituire una nuova progettualità di vita”.

 

17 OTT 2017 – RED 

 

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