Il Territorio

Il Municipio Roma V  risulta dall’accorpamento, operato dalla riforma del Decentramento comunale entrata in vigore nel 2013, degli ex Municipi VI e VII.

E’  un’area ad altissima densità abitativa con 9.135 ab./Kmq, la seconda densità più alta di Roma;  Il suo territorio , concentrato in un’area ristretta rispetto al territorio comunale, è formato da quartieri storici (perché formatisi a partire dall’annessione di Roma al regno d’Italia nel 1870) quali Pigneto, Prenestino, Torpignattara, Quadraro, Villa Gordiani, Collatino, Centocelle, Alessandrino, Quarticciolo, e da quartieri sorti a partire dagli anni Sessanta/Settanta del sec. XX, come Casilino 23, Tor Tre Teste e Tor Sapienza. Esso risulta essere un’area abbastanza omogenea dal punto di vista della vicenda storico-temporale, urbanistica e sociologica.

 

Sul piano storico si possono distinguere tre fasi di insediamenti umani:

-una prima fase è relativa all’antichità imperiale, ed è caratterizzata dalla presenza sul territorio di importanti ville patrizie, quali la villa degli imperatori Gordiani e quella appartenente all’imperatore Costantino, altrimenti detta “Ad duas lauros”. Importanti testimonianze del periodo sono i resti dell’acquedotto Alessandrino, degli acquedotti Anio Vetus e Novus (poi restaurati e unificati, alla fine del XVI sec. da Sisto V, che diede loro il proprio nome Felice), del mausoleo di Elena, delle catacombe dei santi Marcellino e Pietro, oltre ai resti delle due ville imperiali sopra ricordate e ad altri più piccoli reperti (soprattutto sepolcri e colombari). L’insediamento sociale è costituito, per la maggior parte, dalle migliaia di servi occupati nello sfruttamento agricolo del suolo;

-una seconda fase è costituita dal lungo Medioevo, nel corso del quale si assiste ad uno spopolamento accentuato del territorio e al suo degrado idrogeologico, causato innanzitutto dai dissesti nel sistema degli acquedotti e dal conseguente impaludamento. I vari fossi e le varie marrane che attraversano, anche con corsi sotterranei, il territorio, sono il lascito del decremento demografico e del mancato sfruttamento agricolo del suolo tipici del Medioevo. L’attività prevalente è sempre quella agricola, ma la conduzione dei terreni non è più quella costituita dalla grande azienda patrizia, bensì quella rappresentata dai contratti semi-servili della colonia e dell’enfiteusi. A tale situazione cercarono di porre rimedio, ma in realtà consolidando il sistema vigente, a partire dal XVI sec. le vaste tenute della nobiltà romana (Mattei, Caetani, Colonna, Orsini, Borghese) che si contendeva il controllo dello stato pontificio e che aveva, nell’Agro Romano e nell’Agro Pontino, la sua maggiore fonte di reddito. Queste vaste tenute nobiliari, a causa dell’impoverimento che colpì la nobiltà “nera” romana a cominciare dal XVII secolo, furono via via lottizzate a tutto vantaggio di una nuova borghesia agraria che ha lasciato testimonianza del proprio passaggio con, ad esempio, la Villa Serventi e la Villa De Sanctis, proprietà di minore entità se confrontate con quelle della vecchia nobiltà, ma di dimensioni notevoli prima che, a seguito dell’annessione di Roma al Regno d’Italia, venissero anch’esse lottizzate e parcellizzate. Dal punto di vista sociale tale fase è caratterizzata, come detto sopra, da una diffusa presenza di coloni e di enfiteuti, certamente non così numerosi rispetto alle migliaia di servi che popolavano il territorio in età antica. Sono pochi i resti monumentali risalenti a questo periodo: sono soprattutto le torri innalzate, in funzione di difesa, dalla nobiltà “nera”, come la Tor dé Schiavi e la Tor Tre Teste in località Tor Sapienza;

-una terza e ultima fase (di insediamenti intensivi e socialmente non legati allo sfruttamento agricolo del suolo bensì alle nuove attività, industriali e commerciali e amministrative, che caratterizzano la modernità) si è aperta dopo il 1870, a seguito della proclamazione di Roma quale Capitale del nuovo Regno. E’ questa la fase caratterizzata dalle grandi ondate immigratorie provenienti dalle regioni centrali (Lazio e Marche) e, soprattutto, meridionali (Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia). L’industria edilizia diventa il volano dell’urbanizzazione che trasforma il territorio e “crea” i quartieri del nostro Municipio, producendo altissimi livelli di rendita. Altri tipi di industrie hanno lasciato sul territorio importanti testimonianze che meritano di essere valorizzate non solo sul piano storico, ma anche economico: la grande fabbrica della SNIA, l’ex Pantanella, lo stabilimento Serono, i depositi ATAC. Sul piano sociale scompaiono gli antichi coloni, sostituiti dal nuovo proletariato urbano: edili, chimici, alimentaristi, lavoratori dei trasporti, ecc. Accanto alla classe operaia s’insedia massicciamente la piccola borghesia impiegatizia e della Pubblica Amministrazione (impiegati dello Stato e comunali, insegnanti), così come si estende l’artigianato e il commercio al dettaglio. Le borgate Gordiani, Prenestina e Quarticciolo, nascono durante l’era fascista dallo spostamento di  migliaia di sfrattati dal centro storico.

-E’ durante tale  periodo che, in alcuni quartieri, si estende un’edilizia privata di un certo pregio anche se modesta (come il quartiere dei Villini al Pigneto) ma, soprattutto, opere pubbliche (edifici scolastici) destinati a durare nel tempo: la scuola Giulio Cesare in via Conte di Carmagnola, la scuola Carlo Pisacane in via dell’Acqua Bullicante, la scuola Ciro Menotti (attuale liceo Kant) in piazza Zambeccari, la scuola Carlo Moneta (attuale J. Piaget) in via Diana.

Sempre per quanto concerne la storia urbanistica del nostro territorio, non si può non ricordare le esperienze innovative che, sulla base di importanti leggi di riforma sono state realizzate sul piano di un migliore e più razionale assetto del territorio (il Piano di Zona Casilino 23, il quartiere di Tor Tre Teste, alcuni complessi edilizi nella zona di Tor dé Schiavi – Viale Agosta);

Negli ultimi due decenni del ‘900 e nei primi anni del XXI sec., si è assistito, da una parte ad una accentuata diminuzione demografica, accompagnata anche dall’aumento delle famiglie composte da un solo membro o, al massimo, due; dall’altra ad una rapida “gentrificazione” di parti del territorio (soprattutto Pigneto) che ha comportato l’esplodere del fenomeno della “movida”.

Mappa zone urbanistiche

Torna all'inizio del cotenuto Gestione Preferenze Cookie