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Contrasto allo spreco alimentare

Combattere lo spreco alimentare è considerato non solo un obiettivo a livello mondiale, sancito dal documento “Agenda 2030” ma anche una priorità della strategia europea per l’economia circolare. Da tempo infatti la rilevanza del fenomeno viene quantificata sia in termini di milioni di tonnellate di cibo sprecato, sia stimando gli impatti ambientali, sociali ed economici del cibo prodotto e mai consumato, per esempio: emissioni di gas climalteranti, scarsità di acqua, erosione del suolo, rischi per la biodiversità, aumento del rischio di conflitti, effetti sulla salute dovuti all’uso di pesticidi, ecc.

Roma Capitale, nell’ambito della Food Policy, con Determinazione Dirigenziale n. 1895/2021 - integrata dalla Determinazione Dirigenziale n. 187/2022  incentiva coloro che - entro il 31 dicembre di ogni anno -  presentano progetti, anche già in essere, di donazione delle eccedenze, alimentari ai bisognosi riconoscendo una riduzione della tariffa rifiuti.

 

Tematica: Ambiente

Durata del progetto: dal 27 luglio 2021 al 31 dicembre 2023

 

Da: Dipartimento Ciclo dei Rifiuti Prevenzione e Risanamento dagli Inquinamenti

Responsabile:

Paolo Gaetano Giacomelli
martagiovanna.geranzani@comune.roma.it 0667105459

Descrizione del progetto

Combattere lo spreco alimentare è considerato non solo un obiettivo a livello mondiale, sancito dal documento “Agenda 2030” ma anche una priorità della strategia europea per l’economia circolare. Da tempo infatti la rilevanza del fenomeno viene quantificata sia in termini di milioni di tonnellate di cibo sprecato, sia stimando gli impatti ambientali, sociali ed economici del cibo prodotto e mai consumato, per esempio: emissioni di gas climalteranti, scarsità di acqua, erosione del suolo, rischi per la biodiversità, aumento del rischio di conflitti, effetti sulla salute dovuti all’uso di pesticidi, ecc.

Per fare chiarezza su ciò che comunemente viene chiamato spreco alimentare, si può utilizzare il modello elaborato dal Politecnico di Milano: non tutto il cibo prodotto all’interno della filiera (disponibilità alimentare) viene consumato, la parte non commestibile si trasforma in scarto alimentare (e in parte, anche grazie all’innovazione tecnologica, diventa materia prima seconda per altri processi produttivi), mentre la parte commestibile che non viene venduta o consumata diventa eccedenza alimentare.

In Italia vengono prodotte in un anno circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari, che rappresentano il 16,8% dei consumi annui alimentari (pari a circa 33 milioni di tonnellate se si sommano ristorazione e consumo domestico). Inoltre, ogni anno vengono sprecate in una prospettiva sociale (ovvero non riutilizzate per alimentazione umana) 5,1 milioni di tonnellate di cibo, che rappresentano il 15,4% dei consumi annui alimentari e il 91,4% dell’eccedenza alimentare. Il cibo sprecato corrisponde a 12,6 miliardi di euro all’anno persi (ovvero 210 euro per persona all’anno), a un’impronta del carbonio pari a 13 milioni di tonnellate di CO2 utilizzate per produrlo e a 1,5 milioni di famiglie che si trovano in una situazione di povertà assoluta.

La percentuale di eccedenza alimentare che viene donata - a livello nazionale - è ancora poco consistente: la recente Legge Gadda (166/2016) è nata proprio con l’obiettivo di incentivare la redistribuzione delle eccedenze e dei beni inutilizzati a fini di solidarietà sociale, destinandoli alle categorie bisognose. La Legge, che risponde anche all’esigenza di semplificare e armonizzare il quadro di riferimento normativo che disciplina la donazione delle eccedenze alimentari, non ha un intento sanzionatorio bensì incentivante, poiché è nota la generale difficoltà di trovare sul territorio soggetti in grado di ricevere e redistribuire tutte le eccedenze che si generano, in particolare quelle dei prodotti freschi e freschissimi, per i quali tempistiche e logistica sono determinanti. Il contesto urbano favorisce la redistribuzione delle eccedenze: sono infatti molte le realtà del terzo settore con forte radicamento territoriale presenti nelle città, in grado quindi di mettere in contatto domanda (gli indigenti) e offerta (le eccedenze) che, in un contesto urbano, sono anche molto prossime dal punto

L’attuazione della legge 166/2016 per Roma Capitale parte dando spazio a tutte quelle realtà presenti sul territorio che operano già la distribuzione di cibo agli indigenti e che potrebbero organizzare quella delle eccedenze, coadiuvati da coloro che sono in grado di costruire la rete necessaria. Lo strumento della riduzione della Ta.Ri., messo in campo da Roma Capitale, sarà volano a tali iniziative. Operatori privati del sistema alimentare (attività commerciali, industriali e professionali), quali ad esempio panetterie, gastronomie, supermercati, mercati, bar, ristoranti, mense, industrie alimentari presentano a Roma Capitale progetti di ridistribuzione a titolo gratuito delle eccedenze. Il progetto prende avvio tramite una Dichiarazione Iniziale (D.I.), contenente la stima delle quantità di cibo donabile e l’indicazione degli attori sociali (Onlus/ETS) coinvolti, con un’autocertificazione attestante tale qualifica (vedi gli allegati)

Lo sconto è applicato a conguaglio nell’anno successivo sulla base di una Rendicontazione Finale (R.F.) (scaricare modulo in allegati) contenente la quantità totale di cibo donato e l’attestazione degli attori sociali Onlus che conferma la quantità di cibo ricevuto.

La riduzione è calcolata in misura proporzionale alle quantità effettivamente cedute e rapportata ai quantitativi di rifiuti prodotti, calcolati in base ai coefficienti di produzione kd stabili nella deliberazione di determinazione della Ta.Ri, ed applicata ai locali in cui avviene la produzione o la distribuzione degli alimenti. Il coefficiente di riduzione da applicare alla parte variabile della tariffa è del 25% per il primo anno di applicazione; tale percentuale potrebbe essere incrementata fino al 50%.

Destinatari/Ambito di intervento

- Utenze non domestiche;

- Enti del Terzo Settore (ETS/Onlus)

Chi può fare domanda.

I soggetti donatori (categorie Ta.Ri. delle Utenze non Domestiche di cui alla Tabella A della DAC 116/2020):

- categoria 20 (ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub/mense, birrerie, hamburgherie);

- categoria 21 (bar, caffe`, pasticcerie);

- categoria 22 (supermercati, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari);

- categoria 23 (ortofrutta, pesce, fiori e piante, pizza al taglio, rosticceria da asporto);

- categoria 24 (ipermercati di generi misti, plurilicenza alimentari e/o miste),

- categoria 25 (banchi e box mercato di vendita di generi alimentari).

Agevolazione

L’agevolazione è proporzionata alle eccedenze donate con tre fasce di applicazione pari al 25%, al 20% e al 15%.

Come partecipare

1 - Compilare la Dichiarazione Iniziale (D.I). - allegata - entro il 31 dicembre (di ogni anno) e inviare all’indirizzo PEC protocollo.ciclodeirifiuti@pec.comune.roma.it;

2 - Presentare ad AMA S.p.A., entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello di presentazione della DI (per l’anno in corso, entro il 31 gennaio 2022) una istanza di Rendicontazione Finale (R.F.) a consuntivo, con allegata la documentazione attestante l’avvenuta cessione a titolo gratuito delle eccedenze alimentari donate nell’anno di riferimento a enti del Terzo Settore certificati, nonché i relativi quantitativi.

Il modello per la presentazione della Rendicontazione Finale (R.F.) è disponibile nella sezione allegati

Obiettivi

Riduzione dello spreco alimentare.

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