Rischi

Rischio radiologico e nucleare

Il rischio radiologico e nucleare deriva dall’esposizione ad agenti radiologici dannosi e/o da esplosioni nucleari che comportano effetti nocivi alle persone, agli animali e all’ambiente.

 

La materia è regolata dal D.lgs del 31 luglio 2020, n. 101 -  Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117.

 

Per fronteggiare le emergenze radiologiche e nucleari causate da incidenti occorre fare una distinzione fra:

 

A) INCIDENTI CHE POSSONO VERIFICARSI IN ITALIA

precisando che:

  • a seguito del risultato del referendum del 1987, in Italia non sono presenti centrali nucleari in funzione;
  • esistono alcuni reattori di ricerca a bassissima potenza, diversi impianti in via di disattivazione e una serie di attività connesse all’uso delle sostanze radioattive in campo medico, industriale e di ricerca.

               

Gli incidenti che interessano le installazioni nucleari italiane e l’uso, il trasporto e il rinvenimento di sostanze radioattive possono avere solo un effetto locale. Tali incidenti vengono quindi gestiti da pianificazioni locali di competenza del Prefetto:

Piano di Emergenza Provinciale per il Trasporto di materie radioattive D.Lgs 101/2020 - Art. 186

Piano Provinciale messa in sicurezza sorgenti orfane D.Lgs 101/2020 - Art. 187

 

B) INCIDENTI CHE POSSONO VERIFICARSI ALL’ESTERO CON EFFETTI NEL NOSTRO PAESE

In molti paesi sono attive centrali nucleari per la produzione di energia, nelle quali potrebbero verificarsi incidenti. L’art. 182 del D.lgs 101/2020 ha disposto la predisposizione, a cura del Dipartimento della Protezione nazionale, di un piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari su tutto il territorio, tali da richiedere azioni di intervento coordinate a livello nazionale.

 

In ottemperanza a tale disposizione il Dipartimento, per fronteggiare gli incidenti che potrebbero verificarsi in impianti nucleari al di fuori dei confini nazionali, ha quindi emanato il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, adottato con DPCM n. 898 del 14 marzo 2022, avvalendosi di un comitato costituito da rappresentanti del Ministero dell’interno - Dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, dell’ISIN, del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, nonché di altre amministrazioni, enti o esperti competenti per la specifica pianificazione.

 

Il Piano considera tre scenari legati a un incidente all’estero:

 

Incidente a un impianto posto entro 200 km dai confini nazionali tale da comportare l’attuazione di misure protettive dirette e indirette della popolazione, e di altre misure, quali la gestione di cittadini italiani che si trovano nel Paese incidentato o che rientrano da esso, e la gestione delle importazioni di derrate alimentari e altri prodotti contaminati.

 

Incidente a un impianto posto oltre 200 km dai confini nazionali tale da comportare l’attuazione di misure protettive indirette della popolazione, e di altre misure quali la gestione di cittadini italiani che si trovano nel Paese incidentato o che rientrano da esso, e la gestione delle importazioni di derrate alimentari e altri prodotti contaminati.

 

Incidente a un impianto extraeuropeo tale da comportare l’attuazione di misure di risposta quali la gestione di cittadini italiani che si trovano nel Paese incidentato o che rientrano da esso, e di misure per la gestione delle importazioni di derrate alimentari e altri prodotti contaminati.

 

Il responsabile unico nazionale per la gestione dell’informazione con funzioni di coordinamento è il Dipartimento di Protezione Civile nazionale, che si avvale di ISIN, quale autorità competente in materia.

 

Per la Provincia di Roma è attualmente è in vigore il Piano provinciale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche (edizione 2019) che, sulla base delle disposizioni del precedente “Piano Nazionale“, considera come riferimento due impianti particolarmente prossimi ai confini nazionali: Krško (Slovenia) e St. Alban (Francia). La scelta di queste due centrali ai fini delle stime condotte deriva principalmente dalla loro vicinanza al territorio italiano rispetto ad altre installazioni e da considerazioni relative ad altri fattori rilevanti quali la configurazione orografica e la direzione dei venti dominanti; la scelta non implica alcuna valutazione di merito sul livello di sicurezza di tali centrali. In caso di emergenza radiologica, sulla base dei risultati dei presupposti tecnici della pianificazione nella prima fase dell’emergenza non è prevista per il territorio della provincia di Roma l’adozione di misure dirette sulla popolazione (riparo al chiuso e iodoprofilassi). Previsto, invece, il monitoraggio della popolazione esposta proveniente dalle zone interessate all’evento. Successivamente alla prima fase dell’evento, sulla base dei rilievi radiometrici sugli alimenti, può essere necessaria l’adozione di misure finalizzate ad evitare l’assunzione di acqua e alimenti contaminati da parte della popolazione e degli animali destinati alla produzione di alimenti.

Ti potrebbe interessare anche
Link esterni
Torna all'inizio del cotenuto Gestione Preferenze Cookie